ECONOMIA BLU - IMPARARE DAGLI ECOSISTEMI NATURALI - I RIFIUTI DEL CAFFE'

20.04.2021 11:35

La blue economy è un nuovo pensiero filosofico che coltiva un obiettivo ambizioso, quello di sostenere l'ambiente e l'economia ricorrendo esclusivamente a risorse naturali. Favorendo soprattutto le economie locali, perché le risorse sono disponibili in loco. Lo scopo della blue economy non è nell'investire di più nella tutela dell'ambiente ma di spingere l'umanità verso la rigenerazione. Inoltre nella blue economy si afferma un altro principio che non esistono rifiuti ma solo risorse. Perché quello che è un residuo, uno scarto, un rifiuto di un ciclo produttivo si trasforma in risorsa, in materia prima per un altro. I rifiuti di alcuni sono cibo per altri. L'ispiratore della teoria della blue
economy è Gunter Pauli (autore del libro Blue Economy 2.0, da cui è tratto l'articolo che segue). La blue economy, recita Pauli,  prende ispirazione proprio dal funzionamento degli ecosistemi naturali dove nulla è sprecato e tutto viene riutilizzato all'interno di un processo "a cascata" che trasforma i rifiuti di un ciclo in materie prime di un altro ciclo. "Ci renderemo conto prima o poi che il problema da risolvere non è quello di generare meno scarti, bensì di non sprecare gli scarti prodotti".

LA COLTIVAZIONE DEI FUNGHI ATTRAVERSO I RIFIUTI DEL CAFFE'

C'è una crescente domanda globale di funghi a scopo sanitario e commestibile. In Europa e Nord America stannoscoprendo il potere terapeutico e il valore nutrizionale di diversi tipi di funghi con nomi anche stravaganti: orecchio di giuda, enoki, maitake, reishi, ostrica.C'è stata una impennata nella produzione di funghi e nella esportazione, in modo particolare dalla Cina, favorendo anche maggiore occupazione. Considerando il loro peso a secco, alcune varietà di fungo come l'ostrica, compete con la carne come contenuto di proteine e di tutti gli altri aminoacidi essenziali. In occidente si fa largo uso degli champignon sebbene abbiano il contenuto proteico più basso e richiedano letame equino pastorizzato per la loro coltivazione. Agli inizi del XXI secolo i funghi hanno superato il caffè come secondo bene di consumo più venduto. Adesso sta emergendo una nuova opportunità che aumenterà il valore di entrambi: funghi coltivati sui rifiuti del caffè. Ifunghi crescono sulla lignocellulosa. I rifiuti generati nel processo di trasformazione del caffè da bacca alla tazzina sono in prevalenza in lignocellulosa, legno duro. Alcuni scienziati hanno dimostrato che è un substrato ideale per la coltivazione dei funghi. Molto prelibati e con proprietà mediche, crescono rigogliosi sui fondi da caffè.  Tutto il processo di produzione, dalla piantagione alla torrefazione fino ad arrivare al consumatore, subisce un monitoraggio molto severo. Durante la preparazione della bevanda l'uso di acqua calda o del vapore ad elevate temperature passa attraverso i chicchi tostati e macinati sterilizzandoli. Il vantaggio è nella semplificazione del processo di produzione per la funghicoltura. Inoltre lo stimolo della caffeina presente nei fondi accelera la crescita in alcuni tipi di funghi. Questo risulta anche essere economicamente vantaggioso: si investemeno, maggiore liquidità, costi ridotti, produzione più veloce, accresciuta capacità di attrazione per i clienti. Questo contribuisce enormemente alla questione dello smaltimento dei rifiuti, si valuta che ogni anno 16 milioni di tonnellate di rifiuti organici lasciati in decomposizione nella piantagione di caffè e nelle discariche producono milioni di tonnellate di gas serra. L'integrazione dei funghi e del caffè porta ad una drastica riduzione di ognieffetto negativo. E' una opportunità unica come i rifiuti del caffè possano migliorare la sicurezza alimentare e ambientale. Queste tecniche colturali forniscono nuova occupazione per giovani, disoccupati, persone svantaggiate e anche per chi ha competenza ed esperienza in gestione aziendale.


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